• Share

Pushing the boundaries

Come la moda esplora nuove realtà geografiche è il fulcro di una mostra al FIT di New York

L’esplorare nuovi territori è sempre stata una delle tante caratteristiche della moda. Rispecchiando il desiderio dell’umanità di tentare di conoscere ogni angolo della Terra e persino lo spazio, la moda è sempre stata interessata a viaggiare verso territori sconosciuti per trovare nuove fonti di ispirazione e nuovi stimoli creativi.
La meravigliosa mostra “Expedition: Fashion from the Extreme” al Museum at FIT, lo spazio espositivo del Fashion Institute of Technology a New York, esplora le modalità con cui la moda ha usato come musa ispiratrice i diversi ambienti naturali selvaggi. Il punto di partenza è la pianura del Serengeti per capire come l’abbigliamento per i safari abbia influenzato la moda, come perfettamente esemplificato dalla collezione primavera/estate 1968 di Yves Saint Laurent. La prossima tappa? I poli e le catene montuose più alte con creazioni realizzate dalle popolazioni indigene siberiane e artiche che si alternano a capi ispirati dai paesaggi polari e dall’alpinismo d’alta quota firmati Madame Grès, Jean Paul Gaultier, Isaac Mizrahi, Yohji Yamamoto, Karl Lagerfeld per Chanel, Charles James, Norma Kamali e Junya Watanabe. Il viaggio continua nei mari e negli oceani più profondi con look caratterizzati da elementi presi in prestito dal surfing e dalle attrezzature per le immersioni subacquee creati da Junko Koshino, Versace, Thom Browne, Ohne Titel e Alexander McQueen. La mostra si conclude nello spazio, l’ultima frontiera di un viaggio immaginario che ha ispirato Pierre Cardin, André Courrèges, Paco Rabanne, Helmut Lang, Hussein Chalayan e numerosi altri stilisti a creare capi futuristici, spesso realizzati in materiali tecnici argentati e riflettenti. La mostra ‘Expedition: Fashion from the Extreme’ è aperta sino al 6 gennaio 2018.