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Lorenzo Osti descrive le modalità con cui C.P. Company sta affrontando il presente e il futuro

 

Credo che la globalizzazione sia, volente o nolente, un fenomeno inarrestabile con cui bisogna fare i conti. La sfida più importante per C.P. Company è proprio l’affermarsi al di fuori dell’Europa, negli Stati Uniti e in Cina per esempio, senza mai perdere, e voglio sottolinearlo due volte, il DNA italiano. Perciò continuiamo a essere italiani ma guardiamo al mondo: ecco perché abbiamo aperto un ufficio a New York per il mercato americano e uno a Tokyo per coordinare tutte le attività in Asia.

La prossima grande evoluzione sarà verso il retail: abbiamo già i progetti per aprire nuovi flagship store a Londra, Tokyo e Milano. Un modello che esporteremo anche in Cina e negli Stati Uniti. Vorrei inoltre sottolineare che, già in questo primo anno sotto la nuova proprietà del gruppo Tristate Holdings Limited, siamo rimasti sorpresi dai riscontri estremamente positivi, non solo in paesi che tradizionalmente amano C.P. Company come il Regno Unito, ma anche in Russia, Germania e Olanda. Il marchio ha ancora un immenso patrimonio di credibilità: ciò mi rende incredibilmente orgoglioso e allo stesso tempo consapevole che dobbiamo fare sempre meglio per essere all’altezza del nostro nome.

Il mio sogno nel cassetto è far tornare C.P. Company a quell’importanza, non solo commerciale ma anche culturale, che aveva quando era mio padre a disegnarla. Non cercando di imitare quello che faceva, perché i tempi sono cambiati, ma trovando ingredienti nuovi per ricreare quella magia. Credo sia possibile farlo: abbiamo delle fondamenta solide grazie alla nuova proprietà, che ci permette di perseguire ricerca e innovazione; abbiamo due designer di grande talento come Paul Harvey e Alessandro Pungetti, oltre ad un team italiano guidato da Stefano Polato per lo sviluppo del prodotto. E poi ci sono io, che cerco di mantenere C.P. Company un marchio sempre autentico che, in fondo, fa parte della mia vita. Non potrei pensare di metterci meno del massimo della passione che ho.

Come sempre, C.P. Company si muove al di fuori dei meccanismi acquisiti del cosiddetto fashion system. Non facciamo vere e proprie sfilate, per esempio. Certo, seguiamo la stagionalità, perché rimane un fatto concreto con cui l’abbigliamento deve fare i conti, ma il nostro approccio è più simile a quello del design industriale.

Vogliamo creare oggetti belli e funzionali, senza tempo, che possano resistere alle correnti della moda. I nostri capi devono adattarsi a chi li porta, e non ai trend di una stagione. L’evoluzione tecnologica è da sempre un tema molto importante per C.P. Company ed è particolarmente presente nella collezione primavera/estate 2017.

http://www.cpcompany.com/it/

by Peppe Orrù

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by Peppe Orrù

 

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