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In conversation with Yumi Katsura

Viaggio nello stile atemporale di Yumi katsura: tra ispirazioni Okusai e tecniche sartoriali millenarie

Yumi Katsura non è un brand, è dal 1964, la rappresentazione sartoriale del know how nipponico, di quella cultura così piena di contrasti, millenaria eppure estremamente moderna, dove si intrecciano colori intensi e profumi delicati. Negli anni ‘70 Madame Katsura ha un importante incontro; Pierre Balmain nel far visita a uno dei suoi negozi a Tokyo, rimane affascinato dal suo modo di progettare gli abiti da sposa. Formatasi all’École de la Chambre Syndicale de La Couture Parisienne, Yumi Katsura rivela una elaborazione alquanto unica nella produzione delle sue creazioni: un perfetto mix di disegni e tecniche sartoriali orientali e occidentali che l’hanno resa una delle couturière più apprezzate nel panorama dell’alta moda internazionale. All’indomani della sfilata d’alta moda primavera-estate, Yumi Katsura ci invita presso il suo atelier di Parigi in rue Cambon.  La prima domanda è lei a farla, e ci dice che è per lei una sua consuetudine chiedere qual è l’abito “coup de coeur” cioè quello che ci ha colpito particolarmente, e scopriamo con piacere che è anche uno dei suoi preferiti (vedi foto della pagina di sinistra).

I suoi abiti sono considerati delle moderne opere d’arte: come riesce a realizzare quell’equilibrio perfetto tra modernità e tradizione?

“È tutto frutto di un enorme lavoro per perseguire il mio obiettivo, che è proprio quello di riuscire a coniugare l’antica tradizione giapponese con la modernità. Parto da tre punti fondamentali: la scelta dei tessuti, la scelta del colore, e la composizione della materia. Lavorando su questi tre elementi di base con concentrazione e attenzione si raggiunge la perfetta fusione fra la tradizione giapponese antica e quella contemporanea. “

Il kimono è alla base delle sue creazioni ed è quanto di più rappresentativo ci sia nella cultura del suo Paese, un capo apparentemente semplice, ma molto complesso. Da dove trae ispirazione?

“Sì è davvero molto complesso e questa complessità risiede nel modello, nella scelta giusta delle cromie, nelle proporzioni. Il kimono all’apparenza sembra essere lineare, perchè la forma segue una certa fluidità, in realtà è una sorta di dipinto, una creazione che si plasma sul corpo a seconda di come lo si vuole indossare. Anche i tessuti scelti, per esempio, sono diversi e vanno a creare un’opera che si trasforma, tridimensionale. A differenza dei modelli occidentali dalla struttura fissa, che disegna una precisa silhouette, quella del kimono è una linea viva, basta aprire le braccia e si trasforma in qualcosa di diverso.”

Quali sono gli artisti da cui trae ispirazione per le sue creazioni couture? ha un artista di riferimento?

“Fra i giapponesi primo fra tutti Okusai, mentre fra gli occidentali: Monet Van Gogh e Rodin, artisti che si sono ispirati essi stessi al Giappone, per la vivacità dei colori, la plasticità, per il geniale connubio fra arte occidentale e orientale, testimoni di un’epoca in cui i francesi si sono lasciati affascinare moltissimo dalla cultura giapponese.

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L’abito nella foto della pagina di sinistra per esempio riporta un dipinto di Okusai ‘Mount Fuji with Cherry Trees in bloom’ – dipinto a mano e realizzato con la tecnica *Shibori (ndr *Shibori: È una tecnica di tintura giapponese che consiste nel piegare e legare un tessuto prima di colorarlo. Il shibori deriva dal termine giapponese shiboru che significa torcere mentre si stringe).”

Ci dà una definizione di Moda e di Arte: la moda è un interpretazione dell’Arte o Arte stessa?

“La moda non è un’arte è un’interpretazione dell’arte. L’artista è totalmente libero di creare, a seconda della sua sensibilità, ciò che vuole, invece lo stilista deve progettare abiti portabili, adatti alla vita quotidiana, la moda deve essere concepita per le persone, così come i bravi architetti disegnano una casa bella, ma al contempo confortevole e abitabile. Il lato commerciale è anche importante: il
kimono per esempio è un capo che riscuote anche successo commerciale, oltre ad essere apprezzato esteticamente.”

Chi è il buyer più affezionato di Yumi Katsura?

“I miei abiti sono amati un po’ ovunque, ma maggiormente in Giappone, Usa e China, negli stores più esclusivi ma in generale chi sceglie un abito di Yumi Katsura non lo indossa tutti i giorni, quindi portabile però non comune. Sono come pièce teatrali e indossate per un’occasione speciale perché speciali sono le tecniche utilizzate, con cura e dedizione. È stato utilizzato il tessuto NISHIJIN ORI ( cioè proveniente da Nishijn, tessuto tradizionale prodotto nel distretto di Nishijin, a Kyoto), Ori è una tecnica di tessitura. (Orimono: mix tessile intrecciato).” Le antiche procedure di tessitura come l’Ori e lo Yuzen, che è una tecnica tradizionale giapponese per la colorazione della seta, sono tutte tradizioni di un’estrema maestria, sempre più rarefatte, utilizzate da artigiani che stanno scomparendo. Non è certo un lavoro short term preferisco dedicare più tempo e preservare l’antica tecnica così da creare un kimono che abbia un’anima sempre tradizionale, ma un twist pur sempre moderno, contemporaneo, pratico. “É con queste parole che concludiamo l’intervista e che hanno un peso enorme, perchè capiamo che è per lei una vera missione quella che è stata un tempo conquista e oggi conservazione, preservazione di quell’artigianalità che dà vita alle creazioni di oggi, portabili nel presente, da donne romanticamente moderne, neorinascimentali e sofisticate, così come Madame Katsura ama definire le donne che la scelgono.”

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