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Evanescence…manichini in mostra

I talenti dell’Accademia di Brera di Milano interpretano le creazioni di Alain Leporati King Manichini

Dal 30 novembre al 3 dicembre, presso la Bottega Immagine in via Carlo Farini 60 a Milano, si terrà la mostra “Evanescence”, in cui Alain Leporati King Manichini presenta le opere degli studenti del biennio specialistico in fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Fondata nel 1989 da un allora giovanissimo Alain Leporati, King Manichini si trova a Carpi, in provincia di Modena, nel cuore del distretto tessile della maglieria. Oggi è leader nel suo settore ed è riconoscibile nel mondo proprio per il peculiare design e l’elevato contenuto artistico dei suoi manichini.

L’attenzione per la qualità artistica e il design dei prodotti che l’azienda modenese ha sempre dimostrato dalle sua fondazione fino ad oggi, rivive adesso in un’importante collaborazione con la storica istituzione accademica meneghina. Il titolo della mostra curata da Luca Panaro, Evanescence, è anche quello della pregiata e preziosa linea di manichini che l’aziazienda ha messo a disposizione dei giovani autori per la creazione delle opere. Evanescente infatti è la bellezza di queste figure di design che incorporano l’ideale di una femminilità sensuale ed eterea al tempo stesso, così come evanescenti sono gli scenari rappresentati, dietro ai quali i manichini agiscono algidi.

Usando i linguaggi della fotografia, del video e dell’installazione, gli autori hanno reinterpretato la grazia dei manichini impiegati, spogliandoli della loro funzione principale, ovvero quella di valorizzare gli abiti di alta moda che normalmente indossano. Nelle opere di Alessandro Allegrini, Letizia Falini e Luca Scavone, ad esempio, i manichini sono immersi in una natura tanto caratterizzata e suggestiva quanto indecifrabile. Lorenzo Baroncelli e Irene Gittarelli ci offrono immagini di manichini che agiscono in una camera da letto, animandosi, è il caso della Gittarelli, e mettendo in scena un incontro amoroso. Nell’opera di Anna Pfeiffer la fissità della posa preimpostata diviene il pretesto per realizzare un giocoso incontro tra ciò che è umano e ciò che non lo è. Disturbata e scomposta è la rappresentazione prodotta con l’utilizzo di uno scanner da Ezio Roncelli, dove l’umanoide si frammenta in una miriade di corpi. In altri lavori, come quelli di Marta Rizzato e Margarita Egorova con Elena Muresu, l’immagina fotografica smaterializzata si contamina con il linguaggio video restituendo un altro possibile scenario per i manichini i quali, nelle fotografie retroilluminate di Vanessa Lopes e Chiara Parodi, si comportano come fosse data loro la possibilità di desiderare e di concedersi il lusso di piccoli piaceri quotidiani.

Dall’unione di queste ricerche ciò che scaturisce è una mostra polifonica ma coerente: pur mantenendo una visione che rispecchia il percorso artistico dei singoli autori. Dalle opere esposte emerge una visione di un essere umano ibrido collocato temporalmente in un futuro (forse) prossimo.

 

www.bottegaimmagine.it

www.kingmanichini.com

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