Le infinite possibilità del denim
Non c’è fine alle miriadi di possibilità offerte da un materiale versatile e duttile come il denim. Le collezioni primavera/estate 2017 presentate nel circuito internazionale di sfilate nelle capitali della moda e nei saloni e fiere in tutto il mondo dimostrano, a mio parere, che la frase di apertura di questo mio articolo, forse un po’ esagerata, è però assolutamente corretta. Basta pensare l’uso di diversi tessuti denim con pesi, colori, finissaggi diversi per lo stesso capo, assolutamente obbligatoria secondo Stella McCartney, Christopher Shannon, Neil Barrett e Pringle of Scotland.
Anche gli orli sfrangiati ridiventati di moda grazie a Marques’ Almeida sono di nuovo un must. Basta pensare al revival del classico giubbotto multi-tasche in jeans, spesso e volentieri rivisitato e reinterpretato per il nuovo millennio. Oppure alle numerose e originali variazioni sul tema salopette, proposte, per esempio, da brand del calibro di G-Star Raw e da talenti emergenti come Lutz Huelle.
E non dimentichiamoci degli inaspettati dettagli decorativi utilizzati da Nicopanda e Christopher Shannon. E di tutte le possibili e immaginabili sfumature di indaco che si alternano ad una coraggiosa tavolozza di tonalità che comprende il bianco ghiaccio di G-Star Raw e il tono molto pallido di grigio e l’adorabile rosa salmone di Diesel Black Gold.
Basta pensare al ritorno di ricami molto elaborati, soprattutto per i jeans sia da uomo che da donna, molto simili a quelli creati tempo fa da Tom Ford per Gucci. E ai jeans con le gambe molto più larghe e volumi più morbidi rispetto al solito.
E infine, il denim come materiale principale, o come componente di una certa importanza per splendidi accessori e originali calzature.
Il denim: una delle tante ragioni per cui il mio lavoro non è mai, e non sarà mai, noioso.
by Peppe Orrù