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Gianfranco Ferré. Sotto un’altra luce: gioielli e ornamenti

A Torino, nella cornice di Palazzo Madama, un’altra splendida mostra sul grande stilista italiano

Sono passati dieci anni dalla morte di Gianfranco Ferré, dal giorno in cui “l’architetto” ha lasciato un vuoto enorme e incolmabile nel mondo della moda. Nel corso di questo decennio è stata aperta una fondazione che porta il suo nome (Fondazione Gianfranco Ferré) e si sono susseguite le mostre a lui dedicate.

Ma facciamo un passo indietro: correva l’anno 1993 quando io, circa ventenne e poco interessato alla moda (ero convinto sarei diventato reporter di guerra), fui rapito da una campagna pubblicitaria di Ferré fotografata da Steven Meisel con una splendida Nadja Auermann in versione afro ed etnica che indossava importanti gioielli e un sarong stampato con motivi di palme e bordato di cristalli. Un must immediato. Lo ricordo ancora oggi come uno dei momenti topici nel mio avvicinamento al mondo della moda.

Oggi si è organizzata una mostra esclusivamente sui bijoux creati da Gianfranco Ferrè (curata da Francesca Alfano Miglietti), che stanno a dimostrare la sua passione per la ricerca storica, antropologica e anche il suo amore per l’esotismo. La mostra ha luogo a Torino a Palazzo Madama – Museo Civico di Arte Antica e una delle pochissime istituzioni italiane ad essere state inserite nel prestigioso progetto di Google «We Wear Culture» per promuovere la moda come fenomeno sociologico prima ancora che di stile. Il progetto espositivo si fonda sui contrasti presenti tra la Sala del Senato dove ha sede la mostra e e le strutture minimaliste ed essenziali in ferro e vetro dell’allestimento che sono perfette per rendere giustizia alla bellezza dei pezzi in mostra.

 

Nel corso della sua lunga carriera Ferré ha sempre dato grande importanza agli accessori come cornice fondamentale per la riuscita di una collezione e, dunque, tra spille ispirate a quelle in voga durante la Belle Époque e collane che si rifanno a quelle azteche con medaglioni e pietre dure, trovano posto collane a spirale ispirate a quelle tipiche delle tribù Miao del nord della Thailandia ma anche collane con medaglie simili a monete che ricordano molto da vicino quelle della Grecia antica. Per non parlare dei bracciali in legno lavorati ad imitare il plissé di Fortuny (come pure certi bracciali afro) o girocolli color oro con enormi piastre in pietra dura. Il fatto più incredibile, parlando con alcuni suoi ex-assistenti, è che dietro il disegno di certi accessori ci fossero mesi di lavoro e studio dei gioielli tipici di un certo luogo del mondo, uno studio meticoloso che portava ad una riproduzione con variazioni adatte ad un mondo occidentale come quello nel quale viveva lui e del quale facevano parte le sue clienti.

Gianfranco Ferré ha rappresentato per tutta la sua carriera il lusso massimo nella scelta dei materiali, quindi dei semplici spilloni per capelli venivano riveduti e corretti per diventare un decoro per abiti da sera estivi e svolazzanti, utilizzava le pellicce più rare per ornare giacche e cappotti, le fibbie delle cinture erano vere e propri bijoux, gli orecchini talvolta sembravano usciti da film di fantascienza per non parlare dei bottoni-gioiello, must assoluto negli Ottanta e primi Novanta dei quali lui era uno dei grandi maestri. È necessario aggiungere che i bijoux in mostra non furono mai messi in vendita ma prodotti esclusivamente come accessori da sfilata, fatto che dona alla mostra un’aura ancora maggiore di unicum, senza dimenticare che gli organizzatori hanno deciso di mettere in vendita nel bookshop museale la copia fedele di uno di questi monili prodotta in 3D.

 

Torino, Palazzo Madama www.palazzomadamatorino.it

12 ottobre 2017-19 febbraio 2018

 

 

by Maurizio Francesconi

 

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