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Tink Pink

in Haute Couture Collezioni Sposa n.168

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Pensate rosa! Pensate rosa!” esorta Kay Thompson, la scrittrice americana che magistralmente interpretò il ruolo della fashion editor Maggie Prescott nel film Cenerentola a Parigi (1957) con Fred Astaire e Audrey Hepburn, che ammise “io credo nel potere del color rosa”. Karl Lagerfeld invece ha un’opinione leggermente diversa sull’argomento quando esorta “pensate rosa ma non indossatelo”. Val forse anche la pena ricordare che Diana Vreeland dichiarò, senza alcuna esitazione, che “il rosa è come il navy in India” mentre Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ammette di adorare il rosa perché “è un colore molto potente. Ti fa sentire dolce e sexy, anche se sei uomo. È davvero innegabile che il rosa abbia avuto e continui ad avere un ruolo davvero importante nella storia della moda. Normalmente associato a una femminilità delicata, dolce e tenera, questo colore con il suo numero quasi indefinito di sfumature e tonalità rappresenta molto più di un stereotipo di femminilità. Come dimostra perfettamente “Pink: The History of a Punk, Pretty, Potent Color”. La mostra, a New York, evidenzia il fatto che il rosa ha diversi significati a seconda delle circostanze temporali e geografiche. Lo Shocking Pink, di Elsa Schiaparelli negli ultimi anni ’30, d’altronde, è un’espressione di potere e forza, piuttosto che dolcezza e timidezza. Il Rosa Mexicano è associato all’identità nazionale e, non dimentichiamo, che il rosa era un colore molto alla moda per uomini e donne nell’Europa del XVIII secolo, lo è ancora nell’India dei nostri giorni, e che questo magico colore ha forti associazioni con erotismo, ribellione e protesta.

“Pink: The History of a Punk, Pretty, Potent Color”: dal 7 settembre 2018 al 5 gennaio 2019, The Museum at FIT a New York.

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