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Moda etica e le donne

Vestire etico, scegliere bio… se ne parla,  ma cosa si sta facendo di concreto?

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Sono le donne ad essere le più  sensibili verso le problematiche legate ai sistemi produttivi dell’abbigliamento, probabilmente perché  appassionate di moda e coinvolte solo marginalmente nel business del sistema moda , sia a livello dirigenziale sia a livello creativo, quindi libere da compromessi.  In prima linea troviamo Livia Firth, italiana, sposata al celebre attore inglese, fondatrice di Eco – Age, società di moda sostenibile, un vero  e proprio punto di riferimento  per chi è impegnato in questo settore e cerca percorsi alternativi o informazioni.  Livia, fra le sue mille e una iniziativa, dopo aver coinvolto la Camera della Moda di Milano con l’evento Green Carpet Fashion Award Italia 2018, una  competizione che  sfida i giovani designer di tutto il mondo a ridefinire il concetto di sostenibilità nella moda, avvalendosi della filiera italiana, si è impegnata in un progetto di largo respiro collaborando al “The Commonwealth Fashion Exchange, un progetto che ha messo in mostra, a Buckingham Palace durante la London fashion week, una selezione di abiti accumonati dal rispetto di principi di sostenibilità ambientale ed etica , provenienti dai 53 Paesi del Commonwealth. A credere nell’idea il fior fiore dell’aristocrazia inglese: dalla principessa Kate Middleton  a Sophie Rhys-Jones contessa del Wessex, imprenditori come Nadja Swarovski, stilisti come Stella McCartney, molto sensibile al tema. L’obiettivo: condividere conoscenze, scoprire e valorizzare le abilità artigianali per favorire nuove opportunità su scala globale in una direzione volta alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche umana. A settembre la mostra approderà a New York.

CFE_Afa Ah Loo

Manichino Bonaveri , unico supporto italiano all’evento londinese

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