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Y/Project a/w 2016-17

Streetwear and couture

Poche settimane fa sono stati resi noti i finalisti del prestigioso LVMH Prize: all’interno della rosa c’è il nome di Glenn Martens (mente creativa che si nasconde dietro l’interessante marchio Y/Project) che ho avuto il piacere di intervistare durante la settimana della moda parigina. Belga di Bruges, Martens nasce nel maggio del 1983 e si diploma nel 2008 alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa; nel 2013 prende in mano le redini del marchio Y/Project con l’abbigliamento maschile a cui aggiunge, nel 2014, quello femminile.

La sua collezione f/w 2016 raggruppa in sé il meglio del mondo streetwear e underground unito a capacità tecniche e progettistiche da couturier nel senso più alto del termine (si è formato alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa). Alcune camicie, maglie, bluse e soprabiti mostrano lunghi nastri a drappeggiare le maniche e a richiamare il fondo dei pantaloni; questi capi così couture rappresentano una sorta di collisione con i jeans abbinati, pezzi che si potrebbero vedere addosso ai partecipanti ad un rave party nel nord-Europa. Ci sono tocchi vittoriani e denim, astrakan e pelle nera, cappotti principe di galles del nonno e gonne lunghe fino ai piedi dello stesso tessuto ma accoppiate a maglioni marinière, meravigliosi guanti bon ton in pelle come si usavano negli anni ’50 e felpe con il cappuccio. Y/Project rappresenta perfettamente quell’urgenza di nuove idee che ha invaso Parigi facendo tremare le grandi maison e dando spazio a giovani talentuosi come Martens.

Durante la mia chiacchierata con lo stilista, mi viene spiegato che la collezione vuole essere un inno alla libertà nella vita che significa (appunto) la possibilità di unire couture e abbigliamento da strada; egli sostiene di essere alla ricerca perenne della versatilità, dell’intercambiabilità e dell’eclettismo (e questo si nota nei riferimenti colti e nelle unioni di capi apparentemente così lontani tra loro per estrazione). Mi racconta infine con grande orgoglio di essere parte di un piccolo gruppo di persone che sono in grado di ideare queste collezioni così composite, parla con grande modestia (dote assai rara oggi) e lascia che le sue parole non siano proclami dal tono intellettualistico bensì reali spiegazioni su come sia riuscito a veicolare, nel modo migliore, così tante idee.

 

Altre pagine  in Collezioni Donna 171, autumn winter 2016-17

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